A cura di Flavia Sabbatini e Agnese Colucci – Area Contrattualistica Nazionale e Internazionale

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https://www.bacciardistudiolegale.it/src/uploads/Abuso-dipendenza-economica-e-piattaforme-digitali_Bacciardi PartnersLa legge 118/2022 ha introdotto all’art. 33, che modifica l’art. 9 della l. 192/1998, importanti novità in materia di abuso di dipendenza economica con particolare riferimento alle piattaforme digitali.
La legge è entrata in vigore lo scorso 31 ottobre e tende ad adeguare la disciplina sull’abuso di dipendenza economica al fine di contrastare l’esercizio di pratiche abusive da parte delle piattaforme digitali.

In linea generale, l’art. 9 della l. 192/1998 vieta alle imprese di abusare dello stato di dipendenza economica nel quale dovessero venirsi a trovare i propri clienti o i propri fornitori. Il fine del divieto è quello di tutelare i “soggetti deboli” dinanzi al potere negoziale dei “contraenti forti”.

La nuova disciplina di cui all’art. 33 della l. 118/2022 introduce una presunzione di dipendenza economica nelle relazioni commerciali con imprese che offrono i servizi di intermediazione di una piattaforma digitale e che abbiano “un ruolo determinante per raggiungere utenti finali o fornitori, anche in termini di effetti di rete o di disponibilità di dati”. In sostanza, la normativa considera automaticamente le piattaforme digitali come “contraenti forti”, salvo che le stesse provino che non sussiste la dipendenza economica con le imprese terze e, in particolare, che non svolgono “un ruolo determinante per raggiungere utenti finali o fornitori”.

Un’indicazione circa tale ruolo delle piattaforme può essere rinvenuta nella definizione di “servizi di piattaforma di base” fornita dal Digital Markets Act (DMA) (Regolamento EU 2022/1925) al considerando n. 2, laddove si elenca tra le caratteristiche dei servizi di piattaforme di base “una capacità di connettere molti utenti commerciali con molti utenti finali grazie alla multilateralità di tali servizi, un grado significativo di dipendenza sia degli utenti commerciali sia degli utenti finali, effetti di lock-in”.

L’art. 33 fornisce inoltre un elenco esemplificativo di pratiche che integrano un abuso di dipendenza economica da parte delle piattaforme, al fine di orientare le loro condotte nelle relazioni commerciali con le imprese terze che utilizzano i loro servizi di intermediazione, fra cui rientrano:

  1. fornire informazioni o dati insufficienti in merito all’ambito o alla qualità del servizio erogato e richiedere indebite prestazioni unilaterali che però non trovino giustificazione nel contenuto dell’attività svolta dalla piattaforma, ovvero
  2. inibire od ostacolare l’utilizzo di un diverso fornitore per il medesimo servizio, anche attraverso l’applicazione di condizioni unilaterali o costi aggiuntivi non previsti dagli accordi contrattuali o dalle licenze in essere.

Considerata la complicatezza e la delicatezza della materia, si auspica la pubblicazione di apposite linee guida da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri entro breve termine.

Ulteriore elemento di novità introdotto dall’art. 33 è rappresentato dalla riserva dell’attribuzione della competenza sulle azioni civili in questa materia alle sezioni specializzate in materia di impresa.