L’avv. Lorenzo Bacciardi LLM., partner di Bacciardi and Partners e responsabile dell’Area Diritto societario transnazionale, conversa con il giornalista David Di Castro di Radio News 24 sui temi del commercio internazionale e delle attività dello studio.
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- «Il nostro Studio è uno studio legale d’affari, con una forte vocazione internazionale. Lo Studio presta da oltre quarant’anni consulenza strategica in ambito legale, tributario e finanziario a favore delle imprese italiane che producono e commercializzano sui mercati esteri. Nel prestare la nostra consulenza operiamo all’interno dell’impresa a stretto contatto con l’imprenditore e i manager, con la finalità di assistere gli stessi nel progettare, sviluppare e consolidare la crescita d’impresa, soprattutto nei mercati esteri. Assistiamo le imprese nella pianificazione, nella regolamentazione contrattuale, fiscale e doganale, fino alla implementazione dei rapporti commerciali, societari, industriali e tecnologici sui mercati internazionali, con la finalità di garantire il successo e la continuità dell’impresa ed evitare contenziosi con i propri partner.»
- «In questi ultimi due mesi siamo stati coinvolti da diverse importanti imprese nostre clienti in progetti di riorganizzazione post covid-19, diretti soprattutto a garantire la continuità di mercato e la tenuta finanziaria. In tutti questi progetti di riorganizzazione stiamo affrontando la necessità di ripensare la struttura di approvvigionamento di materie prime, semilavorati o prodotti finiti, oltreché di acquisire nuovi canali di provvista finanziaria alternativi, più che aggiuntivi, alla finanza bancaria.Per quanto riguarda la supply chain, ci si è resi conto che concentrare gli approvvigionamenti unicamente dalla Cina o dai mercati asiatici espone le imprese italiane a livelli elevati di criticità, difficili da affrontare e risolvere. Tutte le imprese con le quali stiamo lavorando progettano una riorganizzazione della supply chain attraverso l’integrazione o la sostituzione dei fornitori originari, principalmente ubicati in Asia, con altri più vicini al nostro territorio ovvero ubicati in paesi meno esposti a criticità come quella che stiamo vivendo.Dal punto di vista del presidio dei mercati esteri, si sta considerando che, al fine di gestire i mercati territoriali esteri, bisognerà sempre più creare unità locali detenute e organizzate dalla casa madre sotto forma di filiali o subsidiary, oltreché dotare queste unità locali di una maggiore autonomia ed evitare un’eccessiva dipendenza dalla casa madre, così da metterle in condizione di affrontare e risolvere autonomamente eventi futuri tipo lockdown; in pratica, si vuole evitare che le difficoltà della casa madre comportino il blocco dell’operatività delle filiali estere o viceversa; addirittura si sta pianificando la possibilità delle consociate estere di approvvigionarsi presso altre consociate in caso di inattivazione della casa madre, al fine di dare continuità al presidio del mercato di riferimento.A seguito di queste ristrutturazioni si valuta altresì una modifica dei parametri di gestione della mobilità internazionale dei lavoratori, nel senso che assisteremo a meno trasferte, distacchi o trasferimenti dall’Italia verso l’estero e a più localizzazioni dei manager italiani direttamente all’estero con assunzione diretta in capo alle consociate estere delle imprese italiane.»
- «Le nostre imprese non fare ancora affidamento sul sistema bancario italiano. E non è più solo una critica al sistema bancario italiano che, nonostante i recenti provvedimenti governativi, non potrà più essere il solo canale di credito per la piccola e media impresa italiana e men che meno potrà supportare finanziariamente lo sviluppo di nuovi progetti d’impresa. Le nostre imprese a partire dai prossimi mesi dovranno aprirsi a soluzioni di finanza straordinaria apportata da fondi di private equity o di private debt. Soltanto questi canali potranno mettere a disposizione delle imprese quel cosiddetto capitale paziente che sia idoneo a sostenere i nuovi progetti di sviluppo e di crescita, come pure a realizzare i piani di recovery, ristrutturazioni del debito bancario e riorganizzazioni aziendali. Infatti, la caratteristica di questi canali è che, oltre ad apportare finanza in quantità e modalità completamente diverse da quelle adottate dalle banche, procurano, in aggiunta alla finanza, anche know how manageriale, sinergie commerciali, accesso agevolato e accelerato a mercati o canali distributivi esteri, contatti e relazioni con altri imprenditori dello stesso settore industriale o di settori contigui. In sostanza, implementano un diverso e più potente sistema industriale e in questa implementazione la consulenza legale d’impresa è molto significativa e determinante.»
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