A cura di Enzo Bacciardi – Area Contrattualistica Nazionale e Internazionale e Digital Law
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Per “legal tech” si intendono tutte quelle tecnologie che possono velocizzare e rendere più produttiva l’attività di giuristi, giudici, avvocati e uffici legali di aziende, banche e assicurazioni. Costituisce un’evoluzione dell’informatica giuridica, iniziata qualche decennio fa con le banche dati dei precedenti normativi e giurisprudenziali.
Nella pubblicistica si distingue il legal tech, che identifica gli strumenti sopra indicati, dalla “digital law”, che invece identifica i servizi legali richiesti nell’applicazione della tecnologia.
Vengono utilizzate anche altre definizioni come “innovation and technology lab law”, “digital law network”.
I vantaggi dell’utilizzo del legal tech sono molteplici:
- ridurre i tempi e i costi delle attività routinarie degli operatori del diritto: ci sono software che consentono di raccogliere, catalogare e verificare velocemente i documenti;
- offrire servizi agli utenti: ci sono software che creano le privacy policy per i siti web e/o permettono di creare contratti su misura attingendo da un clausolario con centinaia di tipologie di contratti;
- negoziare, certificare e automatizzare i contratti: si pensi agli smart contract inseriti all’interno di una blockchain, la quale certifica l’accordo concluso in rete e automatizza gli effetti derivanti dai diritti e obblighi contrattuali;
- fornire messaggi automatizzati (chabot) in risposta ai quesiti degli utenti;
- offrire marketplace (piattaforme) di servizi legali, dove viene svolta una selezione competitiva tra professionisti/fornitori di servizi fondata sui prezzi e sulle competenze certificate;
- offrire piattaforme dedicate alla risoluzione delle controversie online;
- prevedere i costi, la durata e il possibile esito di una causa attraverso specifici software.
Il legal tech costituisce un supporto agli, e non una sostituzione degli, operatori del diritto, poiché li libera dalle attività meccaniche e ripetitive permettendo loro di dedicarsi agli aspetti più creativi della professione, come il rapporto diretto coi clienti, la ricerca di strategie e soluzioni innovative ecc..
In Italia la diffusione del legal tech e la digitalizzazione legale sono ancora molto indietro, poiché si scontrano con la ridotta conoscenza degli strumenti tecnologici da parte di molti professionisti e con la resistenza degli ordini professionali.
Ma occorre sempre più concepire l’avvocato come un imprenditore che vende un servizio che, oggi più che mai, dev’essere tempestivo, facilmente fruibile e al passo coi tempi.