A cura di Antonella Lanzani – Area Corporate Finance
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In tempi così confusi, instabili e incerti, se fossi un imprenditore o un manager professionista mi chiederei molto seriamente quale è lo stato di salute della mia azienda. E userei strumenti quanto più possibile rapidi ed efficaci per diagnosticarlo.
E lo farei perché è indispensabile, oggi più che mai, essere abbastanza agili e recettivi da saper volgere il contesto a proprio vantaggio, invece che subirlo passivamente. Dobbiamo trovare soluzioni che stabilizzino la nostra impresa e ci permettano di evolvere nonostante le problematiche, sempre più complesse, che ci troviamo a dover affrontare.
Tutti noi sappiamo che il successo e i risultati che si ottengono sono sempre una questione di focus e proattività!
Quindi, proviamo a capire come fare. Una delle modalità più efficaci è quella di sondare l’organizzazione, per comprendere come si stia muovendo in questo momento.
La prassi consiglia di procedere ad un approfondito assessment su numeri, risultati, processi, performance… Ed è corretto, ma implica un percorso di analisi e un intervento consulenziale di ampio raggio e di una certa durata. Rimane la strada più valida, ma è lunga e costosa. In certi casi ne vale la pena, in certi altri no.
E quindi, se volessimo essere più rapidi e incisivi?
Per ottenere questo risultato, vi propongo un cambio di logica: partiamo dalle persone.
Le persone rappresentano proprio l’organizzazione nel suo complesso e nel suo funzionamento, determinano i risultati aziendali e concorrono a creare i famosi numeri. C’è però un’insidia: se vogliamo che i numeri ci diano ragione e continuino ad essere iperbolicamente positivi, le risorse vanno gestite, motivate e organizzate correttamente.
Quindi, se fossi un imprenditore, io manterrei sempre un controllo sul livello di engagement interno dei miei collaboratori: persone che credono nell’azienda, che amano ciò che fanno, che lavorano con efficienza e che hanno fiducia nei propri responsabili producono performance eccellenti, impattano sulla qualità e causano in maniera diretta una riduzione di tempi e di costi.
Ma come faccio a capire se le mie risorse sono motivate? Uno degli strumenti che fornisce una valutazione effettiva, chiara e sintetica è l’Engagement Survey.
E’ uno strumento diagnostico utile, che però, come ogni metodo, deve essere sapientemente utilizzato: dobbiamo definire la strategia, i contenuti e un preciso piano di azione.
Bisogna anche seguire alcune regole tecniche che rendano la comunicazione fluida, sincera e neutra tra noi e le persone targettizzate; per esempio, il questionario dovrà essere rigorosamente “anonimo” per eliminare il rischio di avere risposte compiacenti o distorte da altre considerazioni.
In estrema sintesi si possono seguire queste indicazioni standard:
- Definire chiaramente lo scopo specifico del progetto e i macro-obiettivi;
- Stabilire il target di persone da coinvolgere;
- Creare il set di domande per area tematica e quindi la Survey completa;
- Settare i criteri di valutazione e di interpretazione delle informazioni da reperire;
- Definire tool e modalità di reportizzazione dei dati;
- Delineare il processo e gli step di implementazione del progetto;
- Decidere quali azioni attivare per risolvere le situazioni critiche emerse: le soluzioni andranno ad impattare concretamente sulla motivazione;
- Dare costantemente feedback alle risorse coinvolte.
In ultima analisi e usando una sinteticità quasi imbarazzante, se fossi un imprenditore misurerei la temperatura della mia azienda oggi più che mai e verificherei nei fatti se ci sono dei fattori critici su cui lavorare per avere risultati migliori e per sviluppare la mia attività.
Dobbiamo tenere saldamente in mano il timone della nostra barca e accertarci sempre che tutto funzioni correttamente e che il nostro equipaggio esprima il massimo del potenziale. Solo così potremo affrontare anche il mare in tempesta.
E la Survey è uno degli strumenti più rapidi, che ci permette di intervenire con precisione chirurgica sul tema e di risolvere efficacemente le maggiori criticità nel breve